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Con le orecchie aperte per portare Cristo
Scritto da Marisol Cabianca
Conclusa la formazione al ministero del lettorato
Mercoledì 5 aprile si è concluso, con un po’ di rammarico dei partecipanti, provenienti da varie parrocchie della diocesi – tra cui Fiumicino, Ladispoli, La Storta, Santa Marinella –, il corso di Formazione Permanente per Lettori, tenuto presso il Centro Pastorale diocesano, a La Storta.
Il ciclo di cinque incontri ha visto susseguirsi competenti relatori che, con passione e precisione, hanno trasmesso la preziosità del ruolo di tale ministero nella liturgia, sottolineando come il suo esercizio non sia mai da intendersi come un fatto meramente tecnico: la risposta consapevole e responsabile di chi si presta a svolgere questo servizio è, prima di tutto, un’esperienza di fede.
Alla formazione tecnica riguardante la comunicazione umana è, perciò, necessario l’affiancamento di quella spirituale, affinché non si riduca il tutto ad una prestazione rituale; biblica, espressa nel grande amore alla Parola di Dio e conseguente frequentazione assidua della Scrittura; liturgica, perché sia possibile l’accoglienza del messaggio e la conversione della vita.
Don Bernardo Acuna, nella serata d’apertura, con la sua relazione “Il Dio che parla” ha messo in evidenza proprio la carenza di qualità della comunicazione odierna, suggerendo alcuni spunti su come essa debba divenire veicolo di trasmissione della Parola affinché, attraverso il Ministero in questione, si realizzi un vero dialogo d’Amore. I tratti fondamentali del linguaggio divino quali coerenza, efficacia, verità, misura, dinamicità e potenza creativa, dovrebbero essere trasferiti ai lettori, tramite i quali si rivela il Mistero dell’automanifestazione di Dio: “Dio ha parlato mediante gli uomini in maniera umana” (Dei Verbum, 12).
Nel secondo appuntamento, Don Pietro Rabitti ha sviscerato il tema “La Parola di Dio e la Chiesa”, aiutandoci a riflettere sul rapporto tra le due, seguendo l’approccio della Costituzione Dogmatica Dei Verbum. Solamente ponendo l’attenzione sul reale significato di “Parola di Dio” - Cristo, ovvero Dio che si rivela al mondo - comprendiamo facilmente come la liturgia della Parola non sia un fatto ma un evento.
La finalità della Rivelazione è la Salvezza degli uomini, la comunione col Padre, e trova la sua pienezza nel Verbo Incarnato. Siamo chiamati allora, con atteggiamento mariano, a divenire anche noi grembo accogliente della presenza di Dio in mezzo a noi e rendere la nostra persona e le nostre comunità luoghi di comunione con Dio, dove si accoglie, comprende e vive la Parola Viva. Essa plasma e dà la forma di Cristo alla nostra realtà; è forza creatrice che ci rende testimoni vivi della Rivelazione: chi svolge il servizio di lettore è, per primo, chiamato a sentire questo richiamo, nel “qui ed ora” della propria esistenza.
L’ambito privilegiato in cui Dio parla a noi, nel presente della nostra vita, è proprio la sacra liturgia: Don Giuseppe Colaci ha puntualmente approfondito questa tematica, esaminando l’Esortazione apostolica Verbum Domini di Benedetto XVI. La Parola, fondamento dell’azione liturgica, è celebrata come attuale e vivente ed è indirizzata al Suo popolo che ascolta e risponde: Essa risorge dal testo sacro, lo trascende.
Ecco che la liturgia diventa l’ultimo atto della storia della Salvezza, luogo di interazione tra ascolto ed esperienza di eventi e contenuti e la comunità che celebra è luogo effettivo di interpretazione e comunicazione della Presenza Viva di Dio. Fondamentale è l’auralità, l’ascolto orante della Parola, affinché essa possa esplicare il Suo ruolo trasformante. Il lettore prima ancora che tale, deve essere ascoltatore: solo così potrà essere strumento per la realizzazione del dialogo tra l’assemblea e il Signore.
Nel quarto incontro Don George Woodall ha illustrato l’argomento “La Sacra Scrittura e il Lezionario”, chiarendo come la liturgia sia memoriale, ovvero identificazione psicologica e spirituale con gli avvenimenti ricordati e celebrati e attuazione nel presente del Mistero Pasquale: Gesù è davvero presente, ci arricchisce nutrendoci di Se Stesso. Si comprende come la Sacra Scrittura debba svolgere un ruolo decisivo nella liturgia, proprio per suscitare e mantenere vivo il memoriale della Salvezza. Il Lezionario ha una funzione essenziale nel favorire questo annuncio e promuovere un aggiornamento continuo nei Misteri della fede, celebrati e rinnovati nella liturgia.
Nella serata finale degli appuntamenti, la consueta presenza di Mons. Gino Reali che ha affrontato il tema “Proclamazione della Parola e Ministero del lettorato” condividendo le questioni affrontate nell’incontro dei Vescovi del Lazio circa il munus del lettore, a confronto con quello del padrino.
Sulla base di interessanti spunti di riflessione, Sua Eccellenza ha sottolineato come il servizio di lettore renda testimoni missionari della Parola ed ha esortato a svolgerlo con Verità, dignità, responsabilità, amore e fede.
Riprendendo quanto detto da San Paolo, “la fede viene dall’ascolto”, cogliamo quest’occasione di Grazia come stimolo ad accrescere la nostra esperienza di Cristo e, con l’aiuto dello Spirito Santo, rendiamoci umili strumenti di Dio per vivificare il cuore di ogni persona.