Galleria EV 020 - Parrocchia Sacro Cuore

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Saluto della Comunità parrocchiale
a don Giuseppe Colaci

Carissimo don Giuseppe,

 
quanta difficoltà nello scrivere questa lettera! Lo stesso destinatario non è proprio chiaro….........
 
Perché, mentre riteniamo doveroso scrivere a Te una lettera di commiato, al tempo stesso avvertiamo che i  destinatari di essa sono, leggendo tra le righe, più d’uno, non escludendo noi stessi,  che abbiamo sentito l’esigenza di scriverla.
 
Certo, la notizia del Tuo nuovo incarico presso la chiesa cattedrale,  ci è piombata addosso con la violenza di un treno. Devi sapere che ci sono state reazioni di sconcerto e sollevazione parrocchiale e oggi, su quell’onda,  impulsivamente saremmo portati a intingere la penna nel calamaio dell’acredine.
 
Ma questo non ci si addice. Soprattutto non si addice alla nostra identità di cristiani, che alcuni, grazie a Te, hanno raffinato, ma altri hanno addirittura costruito dal nulla. E mai nessuno rinuncerà a questa grazia, ricevuta giorno dopo giorno e che, come un sigillo ci connota per l’eternità.
 
Quindi non sarà l’acredine o peggio, il rammarico,  ad avere la meglio, piuttosto la lettura accurata della storia di questa chiesa e della sua comunità.
 
E anche perché il forte intreccio della Tua storia con la nostra, è stato un capolavoro del nostro Dio, una di quelle cose che riescono così bene e in modo così totalizzante solo a chi, avendo conosciuto le sofferenze, le ferite, e infine le peripezie di questa  comunità del Sacro Cuore di Gesù, volle offrirle un approdo di speranza.
 
Per tutto questo, oggi, c’è solo incommensurabile gratitudine, che Tu peraltro conosci: te lo abbiamo espresso tante volte… nelle nostre lettere di augurio, ma anche in quei giocosi, sgangherati rifacimenti di testi di canzoni… nei quali però, a rileggerli oggi, si notano due costanti fisse: la Zona oltre la ferrovia, cioè la nostra, … e la chiesa cattedrale di Porto-Santa Rufina, da cui per mandato di un Vescovo, venisti una bella mattina…  e presso la quale, sempre per mandato di un Vescovo, ora torni…
 
Con un atto di obbedienza e con un colpo di spugna  il cerchio apparentemente si chiude, però questi riferimenti  geografici che vent’anni fa ci sembravano così lontani fra loro, oggi stranamente li sentiamo prossimi, in tutti i sensi.
 
Per questo, ora vorremmo rivolgerci all’ultimo, ma solo in ordine temporale, fra tutti i destinatari ai quali è diretta questa lettera e cioè la nuova comunità della Chiesa Cattedrale che da oggi pomeriggio Ti accoglierà.
 
Ecco,  auguriamo loro di vivere insieme al nuovo Parroco anni di santa collaborazione perché è da qui, come è stato per noi, che nascono i miracoli.
 
E come noi ci sentiamo oggi dei privilegiati per averlo avuto quale nostro caro Parroco per vent’anni, auguriamo loro di vivere in futuro lo stesso, medesimo senso di gratitudine e di gioia… in fondo la Parola di Uno, Qualcuno la trasforma in Pane per tutti i fratelli.
 
Esattamente come hai fatto Tu, don Giuseppe, offrendoci la freschezza della Parola giorno dopo giorno. Grazie.
 
                                                                    La Comunità del Sacro Cuore di Gesù
 
Ladispoli, 8 gennaio 2017


Il Signore ha chiamato le stelle ed esse hanno risposto “Eccoci!”
e brillano di gioia per Colui che le ha create.
Articolo di Marisol Cabianca

È proprio vero che il tempo scorre lentamente, con una velocità impressionante…
Ci si accorge di questo quando sopraggiunge, puntuale, ciò che avremmo voluto procrastinare all’infinito.
Con questa amara consapevolezza ci siamo recati, la mattina di domenica 8 gennaio 2017, alla Santa Messa, l’ultima celebrata da Don Giuseppe come parroco del Sacro Cuore di Gesù.
La chiesa gremita di persone, la commozione che rigava i volti e tratteneva i respiri, i cuori stretti in un unico grande abbraccio: era questa l’atmosfera che si respirava.
Le parole di saluto del nostro amato sacerdote ci hanno subito, all’inizio della celebrazione, esortato a prendere coscienza della nostra vocazione come cristiani e a continuare la nostra storia nel Nome del Signore: “una storia bella, che deve continuare ad essere bella, a risplendere del Suo Amore”.
Proprio nel giorno del Battesimo di Gesù, tutti noi siamo stati chiamati, insieme a Don Giuseppe, alla responsabilità del Gesù adulto: emancipato, indipendente e responsabile non solo di se stesso, ma anche degli altri.
Ed ecco che, ancora una volta, possiamo scorgere la grandezza dell’Amore di Dio nei nostri confronti nella profondità d’animo, nella ferma fede, nell’onestà e nella coerenza intellettuale e morale di questo grande uomo e sacerdote che abbiamo avuto la Grazia di avere nelle nostre vite.
“Avrei potuto rifiutare, certo. Ma poi come avrei potuto continuare a parlarvi dell’obbedienza al progetto di Dio, della docilità alla Storia del Signore?” – queste le sue parole durante l’omelia.
Assume, a questo punto, ancora più vigore l’incoraggiamento a proseguire il nostro cammino come comunità-famiglia, come “carovana del Signore”, sulla via del Bene, con la consapevolezza che, come Don Giuseppe stesso ha sottolineato, quando ci recheremo in Cattedrale troveremo un padre che ci accoglierà sempre a braccia aperte.
È particolarmente vero quello che dicevano i poeti riguardo la natura, ovvero che essa assume le sembianze del nostro sentire. La tristezza malinconica del nostro cuore si è riflettuta, infatti, in un insolito evento: una sorprendente, piccola nevicata, proprio poco prima della partenza del pullman diretto a La Storta. Una grande parte della comunità ha accompagnato Don Giuseppe in Cattedrale, partecipando alla solenne celebrazione dell’inizio del suo Ministero Pastorale alla guida della Parrocchia Sacri Cuori di Gesù e Maria e al successivo rinfresco di benvenuto.
Quale sofferenza non poter ritornare a Ladispoli con il nostro caro parroco!
Ma il nostro è solo un saluto, non un addio.
Ti auguriamo, Don Giuseppe, di far risplendere la Cattedrale e gli animi dei fedeli dell’Amore di Gesù, come tu sai fare.
E tutti noi facciamo nostre le parole dell’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Colossesi:
“Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l’avete ricevuto, ben radicati e fondati in Lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell’azione di grazie”.   
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