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STATUE MONUMENTALI DI LEONI POSTE SUL SAGRATO DELLA CHIESA
Scritto da Don Giuseppe Colaci
Tenendo conto dell'antica simbologia biblico-artistica che associa il leone a Cristo, giovedì 18 febbraio 2016, sono state poste due statue monumentali di leoni, realizzate in cemento e polvere di marmo, sul sagrato della chiesa parrocchiale "Sacro Cuore di Gesù" in Ladispoli. Esse saranno ancora più visibili e apprezzabili non appena sarà realizzata la piazza antistante la chiesa.
Intanto ecco una catechesi su:
IL LEONE
Quante volte visitando una basilica, una cattedrale o una semplice chiesetta vi siete ritrovati a domandarvi come mai l’animale più raffigurato, soprattutto a livello di scultura è sempre il leone?
La risposta è nella storia della religione e dei popoli, ma, per noi, nella Bibbia e nella storia dell’arte cristiana.
LA METAFORA DEL LEONE NELLA BIBBIA
Fino al secolo XII, orsi, leopardi e leoni erano animali consueti della fauna del medio oriente, come nell’Arabia, nella Siria e nella Macedonia, così anche in Israele, nei tempi antichi, sulle montagne del Liba¬no e sulle vette deIl’Antilibano si trovavano habitat di tali animali feroci: «Vieni con me dal Libano, o sposa, con me dal Libano vieni! Osserva dalla cima dell’Amana, dalla cima di Senir e dell’Ermon, dalle tane dei leo¬ni, dai monti dei leopardi” (Ct 4,8). Per questo nell’antica cartografia in questi luoghi vi era la scritta latina: “hic sunt leones” (qui ci sono i leoni).
Nella Bibbia, in chiave simbolica, esso è rappresentante di forza e di valore: «Tre esseri hanno un portamento maestoso, anzi quattro sono eleganti nel camminare: il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno; il gallo pettoruto, il caprone e un re alla testa del suo popolo» (Pr 30,29-30).
Il leone era simbolo della tribù di Giuda (Gen 49,9) e dei re della stirpe di Davide (compreso il Messia cfr Ap 5,5). Anche Salomone aveva dei leoni scolpiti sul suo trono e, successiva¬mente, nel tardo giudaismo, il leone era uno dei soggetti preferiti delle decorazioni sinagogali.
Tale raffigurazione sfuggiva in qualche modo alla censura sulla rappresentazione artistica di Dio.
Nel libro del profeta Amos la Parola di Dio è paragonata ad un ruggito: «Il Signore ruggisce da Sion e da Gerusalemme fa udire la sua voce» (Am 1,2). Que¬sto ruggito ha qualcosa di teofanico, come la voce del tuono: «Ruggisce il leone: chi non trema? Il Signore ha parlato: chi può non profetare?» (Am 3,8). Il simbolo del leone ben convoglia l’idea di forza e di sorgente di timore.
L’appello di Dio è irresistibile, come la paura su¬scitata dal ruggito del leone; perciò Amos è obbligato a profetizzare. La parola del Signore ha infatti una for¬za che s’impone con veemenza e il profeta vuole esse¬re questa «voce del leone» che turba e scuote le co¬scienze, promuovendo, con l’annuncio di un castigo imminente, un cambiamento di vita.
Con l’immagine del leone è descritto inoltre l’assoluto dominio di Dio nella storia, per cui egli è capace di compiere una totale distruzione: «Io sarò come un leone per Efraim, come un leoncello per la casa di Giuda. lo farò strage e me ne andrò, porterò via la preda e nessuno me la toglierà. Me ne ritornerò alla mia di¬mora finché non avranno espiato e cercheranno il mio volto, e ricorreranno a me nella loro angoscia» (Os 5,14-15). Osea afferma che Dio è il vero leone per Efraim e Giuda: il più potente nemico o alleato che dovreb¬bero temere o cercare.
IL LEONE NELL’ARTE CRISTIANA (accenni)
Nell'iconografia il leone rappresenta un motivo tanto antico quanto complesso, che occupa nell'universo simbolico medievale un posto di particolare rilievo. Emblema di s. Marco Evangelista, il leone nella visione apocalittica di Giovanni (Ap. 5, 5), che tanta parte ebbe nell'iconografia medievale, compare accanto al trono che evoca la presenza di Cristo, in basso a sinistra, il lato degli eletti nel giorno del Giudizio universale, ed è il solo, oltre l'Agnello, cui sia riconosciuto il privilegio di aprire il libro e rompere i sette sigilli.
Durante l’VIII secolo il leone divenne segno distintivo della maestà in Cristo-Dio della quale è investito il signore-sovrano. Tale il significato dei grandi leoni scolpiti o rappresentati nelle cattedrali. La relazione tra leone e regalità è posta in luce dalla letteratura biblica (cfr 1 Re, 10, 18-20), essa ispirò l'apparato decorativo di troni e cattedre episcopali. Nell'iconografia romanica, il leone divenne allegoria di Cristo giudice, amorevole con i buoni, inflessibile con i malvagi. Il leone che tiene tra le zampe, in segno di supremazia e, insieme, di protezione, un agnello, un cervo o una figura umana, frequente tanto nei protiri romanici, soprattutto in Italia e in Provenza, come nei pulpiti dei secc. 13° e 14° (nel battistero di Pisa e nel duomo di Siena, di Nicola Pisano, nel S. Andrea a Pistoia e nella cattedrale di Pisa, di Giovanni Pisano), è metafora di Cristo che difende il fedele .
Cristo, leone della stirpe di Giuda, sconfigge le forze del male sul timpano occidentale della cattedrale di Jaca (prov. Huesca), del sec. 11°: due leoni affrontati calpestano rispettivamente un serpente, simbolo della morte fisica, e un basilisco, simbolo della morte spirituale.