Galleria Cat - 021
Galleria Catechismo
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Ladispoli
Giornalino “TELENUNZIA”
INTERVISTA
Parrocchia
Ladispoli, 14 aprile 2018
LA REDAZIONE
Direttore Responsabile: Nunzia PAGNOTTA;
Giornalista redazione: Mattia FINOCCHIARO.
Sommario
Intervista a
Don Gianni RIGHETTI
Parroco della chiesa “Sacro Cuore di Gesù” di Ladispoli
Premessa
Noi ragazzi del gruppo di catechismo di Nunzia, entusiasmati dall’intervista dello scorso 07 aprile 2018 al direttore della “Caritas” parrocchiale, Luigi DEL SINDACO, abbiamo pensato di ospitare in redazione Don Gianni RIGHETTI, nato a Verona l’1 febbraio 1957, parroco della chiesa “Sacro Cuore di Gesù” di Ladispoli per intervistarlo, il quale ha accettato l’invito e ci ha privilegiati della sua presenza. Nel corso della nostra intervista ha offerto degli spunti di riflessione sull’assoluta necessità della riscoperta della dottrina della Chiesa nei confronti dei giovani e sugli aspetti e valori dimenticati della territorialità. Uno figura lungimirante, dallo sguardo profondo che con il suo impegno costante e la sua maturazione vocazionale si è messo al servizio di Dio e di tutti i suoi figli, soprattutto di quelli più bisognosi e poveri. Le sue parole ci hanno riempito il cuore di gioia, rinforzando la nostra fede cristiana.
Riportiamo, di seguito, alcune delle tante domande formulate a Don Gianni, ci scusiamo fin da adesso se per motivi di spazio giornalistico non abbiamo potuto accontentare tutti i nostri intervistatori.
Mattia: Quando ha pensato di diventare sacerdote?
Don Gianni: sono entrato nella famiglia ecclesiastica e quindi investito della mia dignità di sacerdote il 03 marzo 1984.
Mattia: Cosa significa essere parroco?
Don Gianni: significa prendersi cura degli altri, portare loro conforto e solidarietà.
Mattia: Come ha reagito la sua famiglia quando ha comunicato l’intenzione di diventare sacerdote?
Don Gianni: mia mamma fu contraria alla mia vocazione, mentre a mio padre trasmisi una così forte emozione che si mise a piangere dalla gioia.
Mattia: E gli amici, si sono dimostrati contenti, sorpresi o contrari alla decisione di diventare sacerdote?
Don Gianni: Diciamo che la reazione fu simile a quella dei miei genitori, alcuni furono contenti della mia scelta, altri si dimostrarono contrariati.
Mattia e Luca: Cosa rappresentano i colori dell’anno liturgico?
Don Gianni: VIOLA (attesa-Lutto); ROSSO (rappresenta i “Martiri”, coloro i quali hanno testimoniato la loro fede in Cristo anche a costo di essere perseguiti e sottoposti a pene corporali o peggio uccisi. Con questo colore si raffigurano, inoltre, I Santi e la Pentecoste); VERDE (simboleggia il tempo ordinario dell’anno liturgico); ORO-BIANCO (indica importanza e purezza).
Luca: Davanti all’altare ci si vergogna?
Don Gianni: Assolutamente no, invece lontano dall’altare si, perché ci si vergogna dei propri peccati.
Filippo: Quanti anni hai?
Don Gianni: Sono del 1957 ed ho 61 anni.
Filippo: Dove sei nato?
Don Gianni: sono nato a Verona e sono cresciuto sull’altopiano di Lessinia in un posto chiamato Ceredo
Matteo e Filippo: Com’è non avere moglie e figli?
Don Gianni: E’ diverso, perché il loro posto viene colmato dagli amici.
Ringraziamo Don Gianni RIGHETTI per la sua disponibilità e gli auguriamo buon lavoro.
Redatto da Mattia , Luca, Matteo e Filippo e da tutti i compagni del gruppo di catechismo di Nunzia che hanno collaborato a questo evento.
Un ringraziamento particolare al nostro capo redattore Nunzia Pagnotta che ci ha guidato e consigliato per la perfetta riuscita dell’articolo.
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Ladispoli
Giornalino “TELENUNZIA”
INTERVISTA
Ladispoli, 07 aprile 2018
LA REDAZIONE
Direttore Responsabile: Nunzia PAGNOTTA;
Giornalista redazione: Mattia FINOCCHIARO.
Sommario
Intervista al direttore della Caritas
Dr. Luigi DEL SINDACO
Legenda
G. : giornalista;
I. : intervistato.
Noi ragazzi del gruppo di catechismo di Nunzia, in data 07 aprile 2018, abbiamo avuto il privilegio di intervistare il direttore della Caritas Parrocchiale del “Sacro Cuore di Gesù” di Ladispoli, accompagnato da altri illustri rappresentanti del predetto organismo pastorale.
Dopo le presentazioni si è passati all’intervista, di cui sinteticamente si espongono le principali domande rivolte a capire l’impegno assolutamente volontario di queste persone meravigliose che con la loro disponibilità offrono alla comunità parrocchiale, ma soprattutto territoriale, il sostegno spirituale, fraterno e nell’ambito del possibile anche materiale.
G.: Di che cosa si occupa la “CARITAS”?
I.: la Caritas ha lo scopo di promuovere e diffondere la testimonianza della carità all’interno della comunità parrocchiale e nel territorio cittadino in cui essa è inserita. La carità sotto forma di particolare attenzione a quelle persone che nel contesto sociale vivono in condizioni disagiate “gli ultimi”, sostenendo la giustizia sociale e l’integrazione.
G.: Vi piace questo servizio?
I.: certamente, perché sentiamo il bisogno di offrire l’amore che il Signore ci ha donato alle persone che vivono in stato di abbandono senza nessuno che si prenda cura di loro e qui entra in gioco il nostro servizio, deputato all’ascolto, all’accoglienza e al conforto di questi nostri fratelli e sorelle.
G.: Avete fatto donazioni di recente?
I.: indubbiamente, grazie anche alla sensibilità dei parrocchiani che sentono il bisogno di privarsi di alcuni capi di abbigliamento e di contribuire alla raccolta di beni alimentari che riusciamo a distribuire queste cose alle persone che vivono in condizioni di povertà, esposti ad inverni rigidi ed estati torride senza riparo e senza sostentamento.
G.: E’ un servizio faticoso oppure facile?
I.: chi decide di impegnarsi in questo servizio è cosciente che non è semplice e per quanto a volte può sembrare impegnativo, lo svolge con il sorriso, perché anche i piccoli gesti di gratitudine e di riconoscenza provenienti dagli individui poveri sono senz’altro enormemente graditi, perché veritieri e sinceri, ripagandoci di tutte le fatiche , guidandoci nella nostra opera sociale.
G.: Come funziona questo servizio?
I.: come già ribadito, la Caritas si pone come strumento di ascolto, mirata ad individuare le necessità dei poveri, in modo tale da individuare gli interventi da fare, a volte servendosi pure di medici specialisti se il bisogno e fisico.
G.: Come ci si sente la prima volta?
I.: Ogni esperienza si vive in modo personale, si può provare un profondo senso di compassione, di emozione per le difficoltà e le indigenze delle persone che ci circondano e di cui a volte siamo indifferenti, pensando che a noi non ci può colpire ed invece ci si rende conto che non dobbiamo girare le spalle ai nostri fratelli o sorelle che attraversano un momento di difficoltà, perché anche un abbraccio, una parola di conforto può salvare un individuo dall’oscurità della vita.
Ringraziamo Luigi per la sua disponibilità e gli auguriamo buon lavoro.
Mattia Finocchiaro